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Barry McGee

Fondazione Prada, Via Fogazzaro 36 - Milano

di Bertrand Delux

Purtroppo non è affatto come vorrebbero i radical chic ed i loro malcerti succedanei. I graffiti non sono arte. Né i writer sono artisti. Punto. Chiudessero con questa retorica finto demagogica. Ancora a credere che le corporation si approprino delle modalità delle sottoculture. Buonanotte. E´ ora di iniziare a pensare al buen retiro umbro, al paesello ligure ipercablato. Dove i graffitari chissà come però, non arrivano. Ci sono però dei signori, spesso eccellenti artisti che, specie nel proprio passato, hanno attraversato l´esperienza della strada. Della bomboletta e delle corse, dello skate e delle mascherine, degli stickers e della break dance, dell´hip hop. Oggi sono art director, grafici web, ovviamente per le grandi corporation, o registi per video, animazioni, solo in alcuni rari casi artisti, autori di opere e installazioni. E´ il caso dell´americano Barry McGee, che da Prada ha fatto un lavorone. Camioncini ribaltati, sculturine cinetiche alla Tinguely, un mastodontico wall painting rosso (nient´altro che il fumo dello scarico del disegno di un camioncino). Di nuovo una grande mostra da Prada, alla fine forse quasi troppo perfetta, ma imperdibile.

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