Abbiamo chiesto a Valeria e Francesco di Ugo (leggi qui l’intervista che abbiamo fatto loro) di scegliere i migliori gin dalla loro bottigliera, che ne contiene una cinquantina circa.
- Blackwood’s Vintage Dry Gin
Gin molto citrico delle Isole Shetland (Scozia), fatto con botaniche autoctone raccolte a mano. Se bevete quello a 60°, fermatevi al primo martini.
- Citadelle Gin
Gin francese molto morbido con 19 componenti botaniche, è ideale per iniziare le persone al gin. Oppure per convertire quelle che lo odiano a causa di una pessima sbronza adolescenziale.
- Death’s Door Gin
Gin biologico di Washington Island, Wisconsin, Usa: ha solo tre botaniche (bacche di ginepro, finocchio, coriandolo) ed è bello secco e deciso.
- Gin Sea
London Dry Gin ridistillato in Galizia con un ottimo rapporto qualità/prezzo e 11 botaniche che gli conferiscono sentori mediterranei.
- Mahon
Gin di Minorca molto profumato con tre botaniche dell’isola delle Baleari, dove viene mixato nella Pomada (gin lemon) nella celebre festa di San Juan.
- Martin Miller’s Gin
Nato da un’idea di tre gentleman inglesi che volevano fare il gin più buono del mondo (con tanto di acqua islandese), è molto citrico e lo serviamo con scorza di limone, arancia e lime.
- Tanquerray Malacca Gin
Ormai fuori produzione (è stato commercializzato dal 2000 al 2004), è una versione più morbida del Tanquerray London Dry Gin, ma era troppo costoso produrlo. Anche se molto buono, lo abbiamo soprattutto per l’esclusività: a Milano lo trovi solo qui.
Avvertenze: il numero di botaniche indicato è quello dichiarato dalla casa. Consigliamo di assaggiare questi gin lisci, nel martini cocktail o con buona acqua tonica (Fever-Tree Mediterranean, 1724, J. Gasco). E ricordate: GOD SAVE THE GIN!