La classica frase “potrebbe essere mio nonno” ha sempre più senso quando si parla di Arto Lindsay. Ma un nonno molto rumoroso: prima di vederlo in azione non immaginereste mai che razza di suoni possano uscire da una chitarra collegata a un amplificatore. Come se al posto del plettro usasse una grattugia, o qualcosa del genere, mentre da qualche parte un frullatore sta tritando e amalgamando decenni di storia della musica, dal tropicalismo al noise, dalla samba al cerimoniale afro-brasiliano. Come cantante è atroce, eppure rimarresti per ore, giorni, ad ascoltarlo, e ogni suo spettacolo è di una magia e una leggiadria che non ritrovi altrove.
Matteo Cortesi
Scritto da Giada Biaggi