Se qualche anno fa ci avessero detto di immaginare un’accoppiata live come Wolf Eyes e Mamuthones dove il minimo comun denominatore non erano i droni (o almeno non solo…) ma, beh, la danza nessuno ci avrebbe creduto. Ovviamente la danza nell’accezione distorta che si addice ai due gruppi, ché anni di bordoni acidi non si dimenticano così facilmente. La formazione che nel tempo si è fatta interprete del suono più malsano e rumoroso di Detroit – esattamente come potrebbe suonare su una vhs scassata salvata da una discarica – stavolta porterà una performance speciale dove la componente noise-industrial-rock-elettronica-disagio che conosciamo sarà accompagnata da un elemento di danza e/o comunque legato al movimento. Difficile prevedere esattamente gli esiti del progetto portato sul palco da John Olson e Nate Young, ma l’elemento fisico e performativo getta un ponte verso la dimensione di danza scomposta e mutante dell’ultimo album dei Mamuthones. Fear on the Corner, uscito da poco sulla beneamata Rocket Recordings, tira una linea fra il suono della New York dei dancefloor underground di fine Settanta e certa ritualità psichedelica da sempre nel DNA del quartetto guidato da Alessio Gastaldello. Ritmi scomposti, dilatati, reiterati, massacrati, degenerati e sudatissimi. L’accoppiata perfetta per iniziare a drogarsi o smettere di farlo per il resto della vita.
Scritto da Mary Anne