Se immaginare una linea ininterrota che dal punk arriva a Wilco e Calexico vi pare cosa impossibile, può significare o che tra Settanta e Ottanta non vivevate in California o che non abbiate deliziato abbastanza le vostre orecchie con vagonate di Paisley Underground. Il movimento sotterraneo nato dalla lezione do it yourself del punk, ma legatissimo ai Sessanta di Byrds, Love e Velvet Underground, è la pietra angolare senza la quale tanta musica con le chitarre (psichedelica e folk in particolare) dagli anni 90 a oggi non sarebbe esistita. In trepidante attesa del passaggio romano dei Dream Syndicate, stasera l’appuntamento con la storia è assieme a un’altra delle figure chiave di quel periodo memorabile della musica americana: con Green On Red, Rain Parade e Three O’Clock, i Long Ryders di Sid Griffin furono uno dei nomi fondamentali di quella famiglia allargata. Radici nel punk ma anche country, le immancabili chitarre jingle jangle, echi college rock, sfumature psych devote ai Buffalo Springfield e copertine roots tra boschi e cascine. Dopo la fine di quella golden age, Griffin è andato instancabilmente avanti, trasferendosi a Londra, con la carriera da solista e il suono bluegrass più classico dei The Coal Porters. Un viaggio avanti e indietro nel tempo per una serata da veri intenditori.