Nel glam rock o stai al gioco o non ti diverti. Dall’esordio Racey Roller all’ultimo Speaks Evil, se c’è una cosa che non è cambiata nei Giuda è proprio questa. Maniacali quando si tratta di strumentazione analogica, di riffacci che stravolgono pezzi dimenticati dei Beatles, di copertine e look rétro nei video, ma agli antipodi come attitudine, che è quella del rock’n’roll, che è quella che non si prende troppo sul serio, che sa divertirsi e non ha tempo per inutili intellettualismi. Capaci di mettere insieme chi ascolta l’Oi! e chi preferisce il r’n’r più orecchiabile, di conquistare le riviste musicali in America e Inghilterra e di recuperare con cura e leggerezza un genere come il glam, a lungo considerato “monnezza” da queste parti. Capaci di legare musica e un certo tipo di calcio come nessuno in Italia aveva mai fatto prima (ma come oltremanica fanno da sempre). Capaci, c’è da scommettere, di ribaltare il Carroponte stasera con quella che resterà per sempre la musica del diavolo.