Dei Quilt mi ha sempre sorpreso il loro modo di cullare l’ascoltatore all’interno del proprio quadrilatero musicale, in cui convergono psichedelia, folk, pop e pennellate roots. Forse è questa la chiave del fascino del nuovo album della band di Boston: Plaza brilla di luce riflessa quando rammenta il Banhart d’annata, che però si insinua in un rock misterioso, pronto a esaltare l’ipnosi ammaliante delle chitarre. La musica è fatta di chiaroscuri e l’immaginario visivo quello di uno psych folk perfetto per essere sussurrato ai primi bagliori dell’alba. In una serata che si prospetta fredda, a ridosso dell’inverno, non vi resta che venire a lasciarvi trasportare delle digressioni asimmetriche, eppure calde e armoniche dei Quilt.
Scritto da Fabrizio Melchionna