Come di consueto, la Milano underground riemerge a settembre dal letargo estivo. E di “riemersione” è fin troppo scontato parlare per quel che riguarda Plunge, le cui porte riaprono dal sotterraneo del Ligera per ospitare uno degli artisti più curiosi arrivati alle nostre latitudini da quella zolla discografica fertile sita a Bochum chiamata Denovali. Marc Euvrie in realtà viene dalla Francia ed è un’anima hardcore smarritasi da qualche anno in un labirinto contorto che si snoda tra industrie metallurgiche, case infestate e paesaggi lunari. Un luogo dove il tempo, parafrasando il suo nome d’arte, veglia su di un caos di umori, sensazioni, visioni e, soprattutto, suoni: urticanti siluri noise, cavalcate tra i droni, improvvisi monologhi di pianoforte e tessiture d’archi. Lo stesso tempo che pare fermarsi e avvolgersi su se stesso tra le rovine dei lombardi Ruina, duo di archeologi del suono alla ricerca di fossili elettronici da epoche e luoghi perduti, la cui metà è nient’altro che quel H!U che aveva colpito l’inverno scorso, sempre al Ligera. E che per l’occasione aprirà le danze presentando il suo nuovo lavoro Tetide, pronto oggi come allora a incastrare basse frequenze roventi su un telaio di ritmi deformi. Sia nel tempo o fuori dal tempo, che il viaggio abbia inizio.
Scritto da KosmischeKommando