Nella scultura dell’ormai celeberrimo Giuseppe Penone, le “equivalenze” ricorrono. Corpo e natura sono sempre legati, che sia per la scelta di materiali di origine organica o per forme in cui transita sempre uno scambio di vitalità tra essere umano e brano naturale. Le nuove sculture “equivalenti” ora in mostra nella sede romana della Gagosian rappresentano il vuoto di un pugno chiuso, la stretta della mano dell’artista fissata nella terracotta in molteplici esemplari, poi riuniti e rivitalizzati in nuove composizioni astratte. Grande momento a Roma per Penone, che sarà protagonista anche di un’altra mostra, Matrice (forse più incisiva), per la quale ha realizzato l’installazione permanente Foglie di pietra a Largo Goldoni (per entrambe c’è lo zampino di Fendi). Speriamo senza il solito corredo di polemiche, stavolta davvero inutili.
Scritto da Giovanna Giannini Guazzugli