La cosa bella di un live dei Nastro è che, all’inizio, c’è un determinato numero di strumenti funzionanti disposti nello spazio in un modo sostanzialmente ordinato. A fine esibizione, invece, strumenti, musicisti e palco diventano tutti assieme una busta di pezzi di un puzzle di cui non si capisce né capo né coda. Batteria, Francesco Petricca, elettronica impazzita, Manuel Cascone (il vero animale da palco di Roma Est). Da poco è uscito un nuovo album, gASTRO, 7 temi a tema “intestinale” che sembrano un field recording catturato con delle sonde disseminate in tutti gli apparati che, dalla bocca, portano il cibo in giro per il corpo. A fine live avrete esattamente la sensazione di aver compiuto questo viaggio in prima persona, tipo “Salto nel buio”.