Italo Insolera era fotografo nello stesso modo in cui era storico e urbanista, rigoroso e senza ideologie. Lo era per esigenza e per passione della ricerca quotidiana. Pungente ed efficace come nei suoi testi, racconta negli scatti i luoghi dei primi incarichi lavorativi in Abruzzo, in Sicilia e a Ponza; poi rievoca, deciso e lucido, gli scenari pasoliniani delle borgate e analizza le trasformazioni urbane della Roma (non) Moderna. Il bianco e nero accentua i contrasti, definisce le geometrie compositive, inquadra il soggetto. La borgata Gordiani dei bidoni per l’acqua e dei palazzoni, la Valle dell’Aniene contrastata dai blocchi di costruito nello sfondo, la pubblicità pop sull’Appia Antica e il restauro dei Fori Imperiali, non sono altro che espressione visiva di un abusivismo, di una speculazione edilizia e di una crescita incontrollata della città contro cui Insolera ha sempre chiuso il pugno. Per scattare immagini, per stringere la penna e per immaginare una Roma opposta e nuova.
Scritto da Emiliano Zandri