Abbiamo intervistato Ramak Fazel a marzo, quando si è piazzato per l’intera settimana del Salone del Mobile nella vetrina di MEGA a costruire e vendere i suoi sgabelli esistenziali, che più che oggetti erano strumenti di indagine del modello di vita americano e contemporaneamente del mondo del design e dei suoi meccanismi.
Come ci anticipò in quella occasione, Viasaterna ha deciso di ospitare per un anno nei suoi spazi la Milan Unit, un altro oggetto che appare come il contenitore del suo preziosissimo archivio fotografico, ma è molto di più, interpretabile come un’opera aperta.
«È un distillato di tutto il materiale della mia vita a Milano dal 1994 a 2009.» dice il fotografo-artista iraniano-americano «Non solo le fotografie, anche le cose effimere: un patchwork di miniarchivi dei designer che ho seguito in quegli anni, come Enzo Mari, Domus, documenti fiscali, una selezione di dieci libri, dei lavori regalati da amici».
I fortunati che hanno avuto accesso a questo tesoro vi si sono perduti come in un labirinto di delizie, e ne sono emersi più sballati e più saggi, come dopo un vero trip.
Scritto da Lucia Tozzi