Forse la più bella mostra dell’autunno: visibilmente curata in modo maniacale dalla coppia Francesco Stocchi, curatore alla Fondazione Carriero e al Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, e Rem Koolhaas, il più potente e intellettuale degli architetti mondiali, questa ricognizione dell’opera di Sol LeWitt è un fenomeno sorprendente, raro nel circo dell’arte cui siamo abituati. Grazie a un grandissimo dispiegamento di mezzi e di energia cerebrale, e complice la cornice eccezionale della Fondazione Carriero, Stocchi e Koolhaas trasformano un artista storicamente associato al concettuale più freddo e asettico, noto come il campione della griglia, filosofo cristallino, nell’autore di opere profondamente emozionanti. Sette Wall Drawings, 16 sculture e le fotografie di Autobiography, disposte nelle piccole e grandi stanze e su tre piani del quattrocentesco Palazzo Parravicini, compongono in un montaggio complesso e dinamico la visione senz’altro postmoderna (cosa evidente fin dal titolo, Between the Lines che i due curatori hanno dell’opera di Sol LeWitt.

Matita nera
Disegnato la prima volta da Kazuko Miyamoto, Ryo Watanabe, Jo Watanabe, Qui Qui Watanabe
Prima installazione The Museum of Modern Art, New York, 1975
Courtesy Whitney Museum of American Art, New York
Il percorso comincia dal Wall Drawing #263, eseguito per la prima volta al MoMA nel 1975, manifesto della griglia con diagramma riassuntivo, messo a confronto due stanze più in là con il Wall Drawing #1267: Scribbles, una parete ricurva ricoperta di segni minutissimi e ondulati, gestuali, eseguito per la prima volta a Napoli nel 2007 nella Fondazione Morra Greco.

Wall Structure Black, 1962
Olio su tela e legno dipinto
99,1×99,1×59,7 cm
Courtesy Estate of Sol LeWitt e Pace Gallery
Il primo piano ha una stanza con le strutture modulari bianche degli anni Sessanta e Settanta, una stanza con le sculture dei primi anni Sessanta focalizzate sul rapporto tra scultura e piedistallo, e un grande stanzone con doppio wall drawing in dialogo, quello sulla parete e quello sulle superfici di un enorme scultura poligonale, a loro volta trattate da pareti. Stocchi e Koolhaas hanno anche deciso di creare quattro stanzette-loculo per sculture, ognuna delle quali crea un rapporto spaziale specifico con un’opera o struttura, e in un caso con una coppia impegnativa: Geometric Figure #9 (+) (una croce bianca a parete) e Structure with Standing Figure (un monolite nero con all’interno un nudo di fronte e di tergo).

Structure with Standing Figure, 1963
Legno dipinto, fotografie in bianco e nero, lampadina, cavo elettrico 71,12×30,48×30,48cm
Courtesy LeWitt Collection, Chester, CT
Sol LeWitt, Geometric Figure #9 (+), 1977
Legno dipinto di bianco
151x151x3cm
Courtesy LeWitt Collection, Chester, CT
L’ultima grandiosa sala mostra uno spettacolare wall drawing su specchio a pennarello, che inquadra il riflesso degli affreschi della sala e dell’ultima struttura stalagmitica, 8x8x1, speculare a quella del piano terra.

8x8x1,1989
Alluminio smaltato a forno 207,01 x 45,72 x 45,72 cm
Courtesy Julie e Edward J. Minsko
Collection Sol LeWitt
Wall Drawing #1104, 2003
Pennarello nero su specchio
Disegnato la prima volta da Toon Verhoef
Prima installazione Edams Museum, Edam, NL, settembre 2003
Courtesy Estate of Sol LeWitt
Scritto da Lucia Tozzi