Perlustrazioni cosmiche, divulgazione scientifica, library music, colonne sonore, serie tv vintage, etichette indipendenti italiane che spaccano: l’astronave di Blak Saagan e i 90 minuti di A Personal Voyage sono un concentrato di alcune delle cose migliori offerte dal ventesimo secolo (e amplificate dagli Anni Zero). Il nome è un omaggio a uno dei più grandi studiosi dello spazio e comunicatori sul tema del Novecento, il mitico Carl Sagan, e i dieci capitoli dell’esordio del progetto dietro cui si cela Samuele Gottardello sono (letteralmente) un trip interstellare attorno ai pianeti e attraverso le galassie a ritmo di motorik, beat garage e psichedelici, sintetizzatori analogici e sonorizzazioni di scuola italiana anni 60/70. Che si tratti di un caso o no, l’album è arrivato proprio nell’anno del quarantennale del Programma Voyager e quella di Blak Saagan è un’avventura perfetta per scoprire i meandri più nascosti dell’Universo, che si tratti di quello reale o quello interiore. Il disco e la missione sono un altro dei colpacci di Maple Death Records, quel genere di etichette che fa ancora ben sperare nel concetto di “indipendente” e nel tanto bistrattato “made in Italy”.