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10 bufale su Expo

Speciale Expo ad agosto: pensavamo fosse amore, invece era...

Scritto da La Redazione il 29 luglio 2015
Aggiornato il 7 luglio 2016

C’è chi dice la bufala sia “Expo”. In toto. Non siamo d’accordo. Non del tutto almeno. E non dopo averci trascorso parecchio del nostro tempo recente. Cosa che continueremo a fare fino a fine ottobre per fornire ai lettori di Zero un servizio come si meritano. Non potevamo quindi ignorare le vaccate raccontate sull’Esposizione universale. Vecchie e nuove, sono tantissime, quasi più dei visitatori (ops, sarà vero?). A volte si sono rivelate notizie fondate, altre – più spesso – sono rimaste bufale come manco quelle del casertano.
E insomma, ecco qui le 10 migliori sentite, lette o viste. Con indicazioni – tipo il vino – sulla provenienza e sulla reale qualità del prodotto. A proposito, continua il concorso “Mascotte di Expo”. Chi leggesse fino in fondo le 10 cose qui sotto e scovasse l’intruso per primo, diventerebbe il “Prezzemolo” dell’esposizione. Ma non vestirebbe un costumino da drago. Avrebbe belle corna ricurve.

1) Si mangiano gli insetti

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Tutti concordi – scienziati in primis – a dire che saranno gli insetti a salvarci quando saremo 10 miliardi o giù di lì, eppure il rapporto di Milano con l’entomofagia (no, non ha scoreggiato nessuno, state tranquilli) è sempre più complicato. Lo scorso novembre a La Sidreria avevamo già la locusta in bocca quando sul più bello l’Asl ha fermato tutto con un raid; a Expo nonostante le tante chiacchiere e persino un servizio su expo.rai.it («sei pronto a mangiare insetti anche tu?») non si possono ancora degustare. Pare ci voglia l’ok del Ministero della Sanità. L’ultima che ho sentito: «ora sembra che il padiglione belga possa ottenere un’autorizzazione per settembre». A tre mesi dall’inizio dell’Expo ci dobbiamo accontentare del solito “ape”: un bicchiere di vino e qualche zanzara.

2) lo scontrino-choc: 115 euro per un pasto nel padiglione giapponese

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Una delle prime polemiche su Expo – almeno da quando ha aperto, ci sono polemiche dal 31 marzo 2008, il giorno in cui Milano ebbe la meglio su Smirne – è stata quella del conto salato presso il ristorante Minokichi di Kyoto (la cui data di fondazione risale al 1716) del Padiglione giapponese: 115€ per un menu più bottiglia d’acqua. Niente di più vero: infatti persino sul sito del Padiglione stesso sono pubblicati i menu, che vanno da 80 a 220€. Quindi, dove sta il problema? Chi vuole mangiare qui ha a disposizione altri 4 ristoranti: ho mangiato “palline di farina di riso e fagioli dolci rossi” a 5€.

3) Il margarita?

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«I messicani non lo ordinerebbero mai in un bar in Messico» avevo letto un’intervista sulle “specialità del Messico al Besame Mucho”, per cui mi sono fiondato subito lì per preparare lo speciale “bere a Expo”. Ebbene, mi hanno servito un Mezcal Margarita imbarazzante, che galleggiava su pezzettoni di ghiaccio mezzi sciolti. Quando ho detto al cameriere che non andava bene, mi ha risposto «eh, ma in Messico lo facciamo così, al massimo te lo posso rifare frozen». Va bene, gli ho detto. Mi ha riportato lo stesso cocktail shakerato, ma ormai caldino e annacquato… Alla fine, viste le mie rimostranze, ho ottenuto un Mezcal in omaggio.

4) Si può fumare esclusivamente nelle aree riservate

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Ricordo che subito dopo l’assegnazione si era parlato addirittura di un’area Expo completamente “smoke free”. Chiacchiere e distintivi, come sempre. Alla fine si è deciso di creare delle aree fumatori, ma la verità è che la gente se ne frega e nessuno ti dice niente se passeggi fumando, persino sul Decumano, figuriamoci se ti accendi una sigaretta imboscato nei meandri di Expo. Finite le paglie? Niente paura, ci sono pure i tabaccai. Peccato non aver pensato anche a un Padiglione governativo dedicato al tabacco.

5) EXPO, mangiare costa caro

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Expo è una città e come in ogni città che si rispetti ci sono ristoranti per tutte le tasche. In generale è vero che quelli dei Padiglioni siano cari, ma ci sono alcune piacevoli eccezioni: Cina, Iran, Algeria tra i più economici e buoni. Per risparmiare conviene buttarsi sullo street, che sia direttamente collegabile a una nazione (Olanda, Belgio, Turchia, Indonesia, Francia, Germania, Marocco) o meno (per dire: panini della Beretta a 2€, hamburger by Unico Milano The Rolling Star 8, risotto di Oldani 10, pizza fritta da Bello & Buono 5). Poi ci sono anche gli assaggi gratis, più unici che rari: terrazza Coldiretti e formaggi francesi.

6) La Repubblica Ceca ha una piscina

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Non è una piscina, ma una fontana a margine del Decumano. Eppure quando la temperatura supera i 30 gradi, viene letteralmente presa d’assalto. Alcuni si accontentano di mettere i piedi nell’acqua, mentre i più si godono bagno e cocktail, complici i salvagenti colorati messi in giro dallo staff del padiglione e il bar a bordo “vasca”.

7) Si può entrare e salire fino in cima nell’albero della vita

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Città che vai, monumento simbolo che trovi. E anche Expo ha il suo: un enorme albero di 37 metri di altezza che svetta accanto al Palazzo Italia, dal primo momento il selfie più gettonato della visita all’Expo. E proprio come il Cristo di Rio de Janeiro, la Tour Eiffel di Parigi, la Torre della televisione di Berlino, anche l’Albero della vita sembrava promettere la sua salita panoramica per affacciarsi e troneggiare sull’Esposizione Universale. La passerella ci sarebbe pure, ma se si chiede come entrare, la risposta è no, qui nessuno è autorizzato a passare. E allora tocca rassegnarsi ai giochi di luci e acqua, bolle di sapone, fiori, e “Napul’è” di Pino Daniele nella versione di Dalla e De Gregori, “L’ombelico del mondo” di Jovanotti, “Mambo italiano” cantata da Sofia Loren.

8) Sul decumano si può usare il monopattino

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Ne abbiamo già parlato qui: capire come muoversi in Expo è la prima cosa da fare se si vuole visitarla. L’area è molto grande, e allora c’è chi consiglia rollerblade o monopattini. Fidatevi, non trascinateli con voi; il personale della sicurezza ve li farà lasciare all’ingresso. Consiglio: continuate a usare il people mover, ferma anche sotto la Madonnina, quella dell’Expo però. E anche su questo si narrano leggende.

9) Non ci sono feste

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Ci sono. Ma non cercatele sull’app ufficiale di Expo, dedicata agli eventi. Si tengono a cancelli chiusi, quando tutti i visitatori sono fuori, e sono solo per lo staff. Alle 24 iniziano quelle sulla terrazza dell’Olanda, data sempre segreta. La scopri solo se ti viene dato un braccialetto colorato dopo aver ordinato una birra nel padiglione dell’Olanda. Quelle al primo piano del padiglione di Alessandro Rosso sono l’appuntamento fisso del sabato e della domenica notte e vanno avanti fino alle 5 del mattino. Il Juicebar offre cocktail a 5 euro e dopo l’alba si sposta nel bar accanto all’ingresso Merlata.

10) L’india c’è ma non si trova

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C’è chi dice di aver visitato il padiglione dell’India all’interno del cluster del riso; c’è chi dice di averlo visitato nel cluster delle spezie; chi ha scritto che è presente proprio nel raffinato padiglione del riso “Basmati”, progettato dall’indiana Amity University. Si narra che chi riesca a trovarlo riceva in regalo dall’istituto indiano del turismo un biglietto Milano – Nuova Dehli. Con Indiana Jones nel posto accanto sull’aereo.