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Cosa fare a Torino durante Club To Club

Una guida a Torino durante il festival di musica elettronica a seconda delle vostre necessità e dei vostri stati dimensionali

Scritto da Pietro Martinetti il 26 ottobre 2016
Aggiornato il 25 novembre 2016

Il mare è agitato nelle stanze della città della cultura, dove infuria una grossa polemica per una mostra di Manet. Nonostante nella settimana dell’arte l’unica colazione sull’erba che sarà possibile godere a Torino, escluse le nudità, è sui prati del parco del Valentino per ammirare il foliage di stagione, la città nei giorni di Club To Club è un grande atelier per tutti i visionari che provano a dipingere la tela dell’impressionista contemporaneità. Se per loro e relativi direttori, curatori, galleristi, accademici, pr e umpalumpa è un affanno convincere i conseguenti buyer, collezionisti, giornalisti, critici a sceglierli, per il pubblico del festival (e non solo) è consigliabile l’appalto di un ologramma o organizzarsi una settimana successiva per incontrare tutte le altre persone che hanno visitato il resto delle (innumerevoli) cose o alternativamente condividerle in un cloud emozionale. Si dirà “come Milano durante il Salone del Mobile, l’art week a Berlino, Miami nei giorni di Art Basel, Londra durante Frieze”, ma ragazzi: “questa è Torino, mica New York!” come ammonisce una scritta sui muri di San Salvario.

torino non Š new york

E invece è gran Torino quella di Novembre, coerente con la sua vocazione di città della sperimentazione, un incubatore di senso dal quale escono le interpretazioni dell’oggi. Gli headliner delle grandi esposizioni sono: Artissima (Oval Lingotto, 4-6.11, il 3 la preview), nata sei anni prima di Club To Club, porta in città il sistema dell’arte globale con 193 gallerie di 35 paesi del mondo, Paratissima, la fiera dell’arte emergente, che guarda alle stelle nella sua dodicesima edizione “To the Stars”, The Others, la fiera delle gallerie giovani e indipendenti che in questa edizione trasloca da un luogo di detenzione, il carcere, a un luogo di cura, l’ospedale Maria Adelaide, Flash Back al Pala Isozaki, che nella sua analessi, trasporta l’arte di un tempo al presente, Operae, il festival di design indipendente con gli artigiani di oggi a Palazzo Cisterna.

E siamo solo alla maggiore e le sue sorelle consolidate, perché quest’anno nascono tre rassegne: al Q35,spazio industriale del cuore di Barriera di Milano, debutta Nesxt, curato dalla critica e giornalista Olga Gambari, progetta un nido per il futuro immaginato da una rete di artisti run space e collettivi, 20 spazi dell’arte no profit dialogano con 20 spazi culturali torinesi per un evento diffuso che si lega a DAMA, l’altra nuova fiera contemporanea nella quale 10 gallerie da Cina, Mexico, Europa chiamano uno o due artisti a dialogare con le settecentesche stanze di Palazzo Saluzzo Paesana, e infine Thegifer, il festival di Gif art che si disloca tra Museo del Cinema, il laboratorio sonoro del Superbuddha e alcuni luoghi di transito della città.

Se volete proseguire con l’arte, ma non volete perdervi, eccovi una guida a Torino durante la settimana dell’arte contemporanea.
Oppure vi consigliamo diversi approccio per godervi al meglio la città della magia bianca e della magia nera a seconda dei vostri stati dimensionali.

MENTALE

La ricerca del senso del nostro tempo è un divertissement utile per fare dei giorni del Club To Club, tra una performance sonora e l’altra al Lingotto (sempre che non si scelga un soggiorno lungo, cominciando mercoledì alla Reggia di Venaria, giovedì al Conservatorio, fino a domenica per il Warp to Warp a San Salvario), un’opera d’arte totale. Se la piega è dunque mentale, unita a una leggera agorafobia da festival, si possono scegliere le mostre. Tre opzioni tra le diverse: al centro per la fotografia di Camera c’è Around Ai Weieei, che attraverso la produzione foto video racconta la poetica dell’artista e dissidente cinese; a un anno dalla scomparsa, alla GAM, “La passione secondo Carol Rama”, fa riemergere la libertà della pittrice torinese; presso 515 Creative Shop, Nome, galleria di Berlino, e Adelinquere Arte Contemporanea presentano Public & Private, solo show di Paolo Cirio, artista che con l’Internet Photography trasforma in arte azioni di hacking e misura gli effetti della iper conessione sui sistemi di potere di massa e sulle relazioni, sociali e umane.

Carol Rama, Appassionata
Carol Rama, Appassionata

TORINO TI AMO

Il forestiero, profilo tipo del pubblico di #IAMC2C, può scegliere piuttosto l’approccio turistico per conoscere l’animo della città discreta e gentile che ha fatto l’Italia. Sui 2 cent di € coniati dalla Banca d’Italia, sta l’antico tempio disegnato dall’architetto Antonelli, la Mole Antonelliana e nei suoi spazi, da 20 anni alberga il Museo del Cinema, tributo alla città che con Cabiria vide ai principi del Novecento l’inizio della cinematografia italiana: al momento è allestita una mostra su Gus Van Sant per una retrospettiva passeggiata nelle opere dell’autore di Elephant, Cowgirl e del Genio Ribelle.
Il genio di Torino e uno dei suoi ribelli è Carlo Mollino. Il poliedrico esteta sulla riva del Po, in via Napione 2, ha ammobiliato la casa museo che oggi porta il suo nome, Casa Mollino, una wunderkammer dell’occultismo (visitabile solo su prenotazione), dove non rimase a dormire neanche una notte della sua vita, costruendosi il giaciglio ispirato al culto dei morti della civiltà egizia e al lavoro dell’architetto Kha, il cui giaciglio del trapasso è conservato al Museo Egizio. Il flaneur di C2C può affascinarsi in questo parallelo tra la vita dell’architetto, designer, fotografo, narratore, pilota di aerei e le suggestioni dell’antica civiltà egizia, visitando il museo blockbuster della città. L’architetto torinese è anche il progettista del Dancing Le Roi, una delle prime balere della città.
Se invece metalli e sintetizzatori battono troppo forte in testa, davanti al museo si può optare per entrare alla gastronomia dove il cioccolato, altro genio della città, è pesato come materia prima al negozio di Guido Gobino di via Lagrange.
Se invece il tempo stringe e si vuole avere una visione di insieme della città, al trentacinquesimo piano del grattacielo di Renzo Piano ha da poco aperto Piano 35, una terrazza del gusto, dove vedere Torino a 360 gradi incastrata tra le Alpi e la collina.

Uno scorcio di Casa Mollino
Uno scorcio di Casa Mollino

CONSIGLI PER GLI ACQUISTI

Riscendendo al piano terra, l’anima della città e il suo cuore multiculturale abitano al grande mercato di Porta Palazzo, dove si incontrano le madame e i ragazzi, la città neo meridionale e la neo araba. Dietro al palazzo dell’orologio dove i neon di Michelangelo Pistoletto illuminano Love the Difference, sta la tettoia dei contadini, dove questi lavoratori che dalla provincia e della campagne di Cuneo portano zucche, carciofi, verze di stagione insieme a un’area di agricoltori cinesi che offrono cavoli, daikon, cetrioli. Il personaggio più folkloristico è Lucia, la signora delle uova: oltre a vendere il prodotto, che al flaneur del festival può interessare relativamente, la signora regala ricette in cui leggere le istruzioni su come trasformare l’uovo in uno strumento di cura e benessere. Il mercato di Porta Palazzo è l’ingresso del Balon, dove antiquari, mobilifici, librerie, ciclisti, banchi di merce vintage disegnano un quadro di varia umanità e folklore.
Il mercato rappresenta un’altra opzione per il passeggio nella città nelle ore di riposo della musica: lo shopping.

Torino ama le differenze
Torino ama le differenze
A Torino infatti operano numerosi artigiani della moda e designer di un nuovo stile che in atelier, showroom e laboratori aperti possono fare la felicità dei feticisti del vestire ricercato. Risalendo Porta Palazzo, nel cuore della città romana, il Quadrilatero, un grande magazzino è sede di Magnifica Preda: il vintage come stile di vita, in 500 mq si trovano memorabilia dagli anni 50 agli 80 tutta roba da vestire, mai indossati. Non distante, Born in Berlin, fondato da Judith Honhschoop, sarta e designer dello shop e atelier ha fuso lo stile chic delle strade di Berlino con quelle di Torino diventando marchio di un’epoca, di una città che si è scoperta figa. Ai bordi della Dora, vicino al nuovo campus dell’università progettato da Norman Foster, in via Mantova 9 nel laboratorio di Trakatan si lavora la pelle in una bottega di accessori contemporanei: borse e zaini di forme mutevoli vengono prodotte a mano tra i vapori che avvolgono chi visita lo studio (su prenotazione o chiamando 3382448273). Per le signore e i signori che invece cercano lo shopping più di lusso, il rodeo drive di Torino è via Lagrange: al numero 12, Lagrange12 è un multibrand dove trovare le super firme della moda internazionale, da Stella McCarthy ad Alexander McQueen e Jimmy Choo, mentre da Top Ten, ai piedi del Principe di Piemonte, l’hotel dove riposarono Yoko Ono e Susan Sarandon prima di esibirsi all’opening cerimony di Torino2006, si trovano le soluzioni di stile per passeggiare nelle metropoli (e ai festival) del mondo.