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Going Clear: Scientology e la prigione della fede

Il regista di Taxi To the Dark Side filma il movimento religioso di Ron Hubbard

Scritto da Francesca Fazioli il 28 luglio 2015

Philip Dick si sarebbe divertito a sentire questa storia: milioni di anni fa un dittatore intergalattico di nome Xenu decise che, causa sovrappopolazione, molti umani sarebbero dovuti morire, quindi li congelò, li ripose in bare d’acciaio e li depositò nei vulcani della Terra. Poi, per essere sicuro della dipartita, sganciò un paio di bombe a idrogeno. Purtroppo non sono arrivata al livello Thetan imposto da Scientology per avere accesso al testo sacro, ma sono comunque stata istruita dal giornalista del “New Yorker”, Lawrence Wright e dal notevole e agghiacciante documentario di Alex Gibney, Going Clear: Scientology e la prigione della fede. Ron Hubbard oltre che fondatore, salvatore, evasore del fisco, fuggiasco, fu anche un prolifico scrittore di fantascienza. Nei panni di un capitano di corvetta è il più interessante dei protagonisti, non lontano dall’interpretazione che ne diede Philip Seymur Hoffman in The Master di Paul Thomas Andrerson. Un uomo che se all’inizio voleva guadagnare alla fine era rimasto ingarbugliato nelle stesse tesi che aveva prodotto, sconfortato e ossessionato dal parassita alieno che l’aveva catturato. Più sinistro e a suo agio è il successore, David Miscavige, mentre calca palcoscenici agghindati a festa, somiglianti a raduni nazisti. Un villain in piena regola che con il suo ghigno sembra uscito da una produzione Marvel. E se Gesù faceva i miracoli, noi ci godiamo i miracolati che accelerando con la macchina si sono liberati.