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Medieval KNights: 6 dischi (o stili) che piacciono a Giovanni Lami

L'artista romagnolo è ospite dell'ultimo appuntamento della rassegna curata da Ombre Lunghe, Maple Death Records e IMAGO

Scritto da La Redazione il 7 luglio 2015
Aggiornato il 22 luglio 2015

Giovanni Lami introdurrà la terza e ultima data di Medieval KNights, giovedì 9 luglio al Museo Civico Medievale di Bologna, presentando i risultati di due residenze d’artista che sta svolgendo in questi mesi, focalizzandosi in particolare sul tema del nastro magnetico come substrato per superfici di suono ruvide. Si tratterà di un lavoro statico ma in continuo divenire, all’interno del quale differenti livelli “polverosi” di suono si avvicenderanno e interagiranno l’uno con l’altro per dar origine ad una narrazione su più livelli del materiale sonoro presentato.

Per arrivare preparati, gli abbiamo chiesto una lista commentata di “cose” che riassumono bene le sue influenze.

Arvo Part: Te Deum

Non credo ci siano parole da aggiungere. L’opera del compositore estone è davvero ampia, ma questo disco rimane per me una specie di antidoto a tutto ciò che è fuori, altro.

Gagaku

世の中は

地獄の上の

花見かな

https://youtu.be/zg8eXSq6I38

Ghazal: The Rain

Sempre Asia, solo un po’ più ad ovest. Una spettacolare registrazione dell’ECM con Tablas, Kamancheh e Shujaat Husain Khan al Sitar e voce.

Bernard Parmegiani: De Natura Sonorum

Indispensabile.

Kevin Drumm: Necro Acoustic

Album quintuplo che contiene alcuni lavori stampati precedentemente, versioni inedite o grezze, una discesa nell’abisso. Due estratti di “no edit” sono anche la suoneria del mio cellulare.

Portishead: Dummy

Per me il cambiamento nella direzione di ascolto è passato attraverso il trip-hop, può sembrare strano ma quella scena ha davvero condizionato moltissimo ciò che sarei andato ad ascoltare successivamente e più tardi, cercare di realizzare. Beth, Geoff, il vostro lavoro sarà sempre tra i tre dischi che salverei dall’olocausto.