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Eugenio Boer

"Non temo il giudizio anzi lo cerco, o meglio mi piace molto la critica costruttiva fatta dai miei ospiti"

Scritto da Martina Di Iorio il 19 giugno 2015
Aggiornato il 23 gennaio 2017

Nato a Rapallo nel 1978 e finito in una cucina di un ristorante di Sestri Levante a 12 anni (“non lo scrivere che poi arrestano i miei genitori” mi dice. “Ok non ti preoccupare” rispondo professionalmente), Eugenio Boer dopo un diploma in ragioneria (“utile per il food cost”) gira mezza Europa e Italia e approda a Milano all’Enocratia, per poi far partire la cucina di Elitabar, Fishbar e Meatbar. Ora ha finalmente aperto Essenza, il suo ristorante definitivo. O almeno così speriamo.

Hai un ricordo d’infanzia legato al cibo?

Il ricordo dell’infanzia che ho più nitido è stato proprio il mio approccio alla cucina, grazie alla nonna materna che si era trasferita in Olanda, ed è un ricordo fatto di profumi, gesti e racconti, non tanto un cibo in particolare.

Quando hai iniziato a cucinare? Spiegaci come e perché ti sei avvicinato alla cucina.

Come raccontavo prima il mio approccio in cucina è avvenuto grazie alla nonna, avevo 3 anni e ogni qualvolta lei si metteva a cucinare io la seguivo e guardavo tutto quello che faceva. Un bel giorno mi ha dato un pezzo di pasta fresca, un mattarello e ho cominciato. Dopo un paio di settimane l’aiutavo a chiudere i “Pansotti” la tipica pasta fresca ligure. Sono stato davvero fortunato a trovare involontariamente così presto la mia strada, lo dico sempre.

Il giudizio più temuto quando crei un nuovo piatto?

Non temo il giudizio anzi lo cerco, o meglio mi piace molto la critica costruttiva fatta dai miei ospiti. Quel bel confronto che fa sempre crescere.

Tre aggettivi per descrivere la tua cucina?

Emozionale, efficace ed equilibrata.

Selezioni personalmente gli ingredienti delle tue ricette? Se sì, dove preferisci comprare gli ingredienti di quel piatto? Puoi darci qualche nome di prodotti di cui non puoi fare a meno?

Assolutamente seleziono io le materie prime che entrano in cucina, anche perché sono alla base della buona riuscita dei piatti e poi sono anche fortunato, ho il mercato Comunale di Wagner a 200 metri. Per un cuoco andare al mercato è come per un bambino essere portato al Luna Park.

Qual è il piatto cult che prepari a casa per te stesso e/o per la tua famiglia/amici?

Non ne ho uno in particolare. Potrei dire piatti semplici e della tradizione, quelli che mi preparava mia nonna.

È iniziato EXPO. Che idea ti sei fatto? Ci andrai?

Finalmente è iniziato, sono contento e sono sicuro che darà a Milano e all’Italia una grande opportunità, poi è praticamente improntato sul cibo quindi anche la nostra categoria avrà una bella responsabilità. Certamente che andrò e chi se lo perde!

Ci dici quali sono i locali e i ristoranti di Milano che frequenti?

Come ristoranti mi piace andare da Aimo e Nadia, Berton e Wichy’s Wicuisine Seafood. Per i locali Atomic o 1930 come dopolavoro.