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Luisa Galbiati

Continua Orizzonti, la mappatura delle persone e dei progetti intenzionati a cambiare Milano di Zero e Meet the Media Guru

Scritto da Lorenza Delucchi il 22 gennaio 2016
Aggiornato il 23 gennaio 2017

Immaginate di tornare bambini. Uscite da scuola e andate a casa della nonna. Sulla tavola apparecchiata vi aspetta un piatto di pasta fumante, la tv accesa, l’aria di casa. Ora tornate indietro, state lavorando. Presto vi alzerete dalla scrivania per andare a pranzare al bar affianco all’ufficio. La magia non è la stessa, vero? Lo sapete voi, ma lo sa anche Luisa Galbiati che si è inventata SoLunch.it, la piattaforma per prenotare pranzi a domicilio vicino all’ufficio. Da lei ci siamo fatti raccontare perché la social innovation può davvero cambiare Milano (e non solo).

Zero – Cos’é SoLunch?
Luisa Galbiati – E’ una community digitale geolocalizzata ispirata alla sharing economy che permette di offrire e acquistare pranzi a domicilio nella propria zona, ma è aperta anche ai negozianti che possono scontare la merce vicina alla scadenza, evitando di sprecarla.

solunch

A chi si rivolge?
In primis agli over 50, specialmente quelli cassaintegrati o disoccupati che possono integrare il loro reddito aprendo la propria cucina a chi preferisce una pausa pranzo in un contesto familiare rispetto al solito bar. SoLunch garantisce ai padroni di casa un extra reddito e una rete di nuove conoscenze e agli ospiti un pasto vicino all’ufficio, in un luogo tranquillo ad un prezzo accessibile.

Come funziona?
Bisogna iscriversi su solunch.it, compilare il profilo personale e spiegare se si vuole ospitare, essere ospite oppure indicare che si ha un negozio. Chi si iscrive fornisce la sua carta d’identità per garantire la sicurezza e da quel momento ha davanti la mappa di chi apre le porte di casa sua, di cosa mette in tavola oppure delle merce al ribasso in varie botteghe della città.

Com’è venuta l’idea di SoLunch?
Il progetto è nato osservando a cosa vanno incontro gli over 50, i cosiddetti Baby Boomers che perdono il lavoro. Parliamo di un milione di persone, di cui solo 1/3 riesce poi a ricollocarsi. Queste persone non solo non hanno grande supporto per rientrare nel mondo del lavoro, ma rischiano l’isolamento sociale e la depressione. Una condizione aggravata dal fatto che molto spesso hanno la responsabilità di una famiglia e di figli non ancora autonomi a livello economico.

SoLunch.it evita gli sprechi
SoLunch.it evita gli sprechi

E’ vero che tu stessa hai sperimentato questa situazione?
Sì. Sia io che Lilli Geri, la mia partner in questa avventura, abbiamo affrontato un periodo professionale molto travagliato: nonostante una professionalità forte e un network ampio, nessuno sforzo sembrava utile per riottenere lavoro. Così abbiamo provato a reinventarci, partendo da questa esperienza.

Chi firma SoLunch?
Il team di CFM, la nostra società che fa consulenza, formazione e marketing. Del gruppo fanno parte anche lo sviluppatore Oscar Figus e una serie di consulenti come Roberto Marmo, docente di Informatica all’Università di Pavia ed esperto di Social Commerce. Da poco possiamo contare sul mentoring di Digital for Italy, il programma promosso da Ninja Academy.

A che punto è la piattaforma? Possiamo usarla?
La piattaforma è appena andata on line in fase beta ed è a disposizione di tutti. Abbiamo già 250 iscritti, ma il numero di potenziali iscritti è enorme. Anche i negozi ci stanno scoprendo: il nostro obiettivo è facilitare la riduzione dello spreco alimentare, grazie all’incontro fra domanda e offerta con un occhio al portafoglio.

Qual è l’identikit del milanese che prenota e acquista un pranzo a domicilio su SoLunch.it?
Per ora è un over 30. Stiamo pensando a una strategia di comunicazione rivolta agli studenti universitari. Anche loro, come gli over 50 senza lavoro, possono essere interessati a un formula che mescoli risparmio e socialità.

Ecco. Il vostro è un progetto di Social innovation…che poi vuol dire?
Risolvere in modo innovativo un problema offrendo un beneficio per la società. SoLunch.it è un progetto di Social Innovation perché usa il digitale per attivare un miglioramento nella comunità milanese e presto anche in tante altre città. Il modello è replicabile ovunque.

Riscontri?
Siamo alla ricerca di investor per trasformare il progetto in una vera start-up. A dicembre abbiamo ottenuto il Premio del Pubblico al Digital Award – Il coraggio di Innovare promosso dalla Regione e prima, siamo stati fra i finalisti italiani dell’European Innovation Competition New Way to Grow 2015 che si è svolto a Bruxelles a fine novembre.
A colpire di SoLunch.it è la capacità di usare la sharing economy per generare reddito e inclusione sociale attraverso una community trasversale per età, reddito, cultura, esperienze.

Luisa Galbiati riceve il premio Digital Award
Luisa Galbiati riceve il premio Digital Award
In che zona di Milano è nato SoLunch?
CFM è operativa in zona Lambrate/Rubattino. Ci piace perché è un’area della città che si sta reinventando dal basso. Ci sono tantissimi gruppi autogestiti che organizzano eventi, fanno vivere il quartiere con aperture speciali, mercatini. Pensa all’East Market, ad esempio. Qui è nato il primo co-working d’Italia e sempre qui si è realizzato un nuovo modo di utilizzare gli spazi prima abbandonati, rendendoli accoglienti per tanti milanesi. L’innovazione è anche questo, non solo tecnologia, ma cambiare forma alla città.

Parlavamo di inclusione. Quali sono i locali o gli spazi cittadini dove questa idea è più sedimentata?
Mi viene in mente il Magnolia, che è vicino a Lambrate. Più di un locale, un punto di riferimento dove si va per chiacchierare, ballare, incontrarsi. Un posto accogliente. La stessa idea me la trasmette la Santeria. Non sono ancora stata nella nuova sede di viale Toscana, ma penso che l’idea che l’ha ispirata sia offrire alla città uno spazio dove mettere al centro la socialità, in ogni forma.