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“Giovannino” Borella

''Alla tenera età di anni due, presi una solenne sbornia, con consecutiva sostituzione del sangue''

Scritto da Salvatore Papa il 29 giugno 2015
Aggiornato il 2 marzo 2017

Eretici perché lontani da un Bio comunemente accettato, che tutto sa e tutto vede; lontani dal dogma del “naturale, dai supermercati fighetti dal nome declinato in una dimensione global sgorbia”. Devianti dall’eatalyzzazione e opposti all’hardiscountizzazione dei consumi. Vignaioli che seguono il proprio prodotto dalla vigna al mercato, rispettando i parametri del biologico e/o biodinamico, senza necessariamente assoggettarsi alle certificazioni, ma tenendo fede all’unico valore che conta, quello della responsabilità individuale. Questi sono gli uomini e le donne di Gusto Nudo, la festa/fiera-mercato di vini naturali, biologici e biodinamici che ogni anno va in scena a Bologna. Due giorni in cui una cinquantina di aziende vinicole, dal Trentino alla Sicilia, scambiano saperi, memorie e storie con esperti, addetti ai lavori e appassionati fra degustazioni, spettacoli e libri

Gianni detto “Giovannino” Borella (Ginevra- CH, 1947) dell’Azienda Agraria Casale è uno dei vignaioli eretiche che ha partecipato all’edizione del 2015. L’abbiamo intervistato in quell’occasione.

 

Hai un ricordo d’infanzia legato al vino?

Ovviamente! Alla tenera età di anni due, presi una solenne sbornia, con consecutiva sostituzione del sangue. Da bambino, giocavo nelle avite, immense, cantine, dove le “donnine” di Zio Giovanni imbottigliavano il Moscato e ce ne facevano assaggiare più del dovuto.

Puoi presentare la tua azienda?

Nel 1974 ho piantato i miei primi 2,5 ettari di Chianti Colli Senesi. Oggi sono 4,8. Fin dall’inizio, sia i concimi che i prodotti fitosanitari propinati da consorzi agrari e commercianti, mi puzzavano di troppa chimica e veleni. Mi sono messo alla ricerca di tecniche e mezzi che mi permettessero di coltivare la mia terra con più rispetto. Poi, un bel giorno, qualcuno mi ha detto che ero “biologico”. La cosa mi è piaciuta e sono andato alla ricerca di altri che la pensavano come me. Così è nato il Coordinamento Toscano Produttori Biologici e dal 1981 sono certificato BIO.

Che uve coltivate, che vini producete, in che quantità?

Al Casale produco principalente Chianti Colli Senesi – c.a 200 ettolitri – e un Vino Rosso, giovane, fresco ed allegro che ho chiamato Giovannino. I miei vitigni autoctoni sono quelli tradizionali del Chianti: Sangiovese, Canaiolo, Colorino, Trebbiano toscano e Malvasia lunga del Chianti.

Le definizioni sui vini si sprecano, e il consumatore è sempre più confuso. Come definireste il tuo vino?

Naturale, biologico, biodinamico, artigianale…Semplicemente: Vino Biologico.

3 bottiglie che porteresti sulla Luna.

Ovviamente le mie!

Cosa bevi a parte il vino?

Birra buona, qualche buon distillato (acqua, solo di notte).

Cosa significa per te bere responsabilmente?

Non conosco la parola.

Bevi tutti i giorni?

Ovviamente!