Le oltre 300 pagine de “Il Paese dei coppoloni” di Vinicio Capossela erano già un premontato del suo viaggio immaginifico che approda, per due date, sul grande schermo. La poetica del musicista viandante, il suo percorso tra i luoghi trasfigurati o sfigurati dell’entroterra irpino ha sempre avuto in sé tutto il potenziale per un’opera visiva. Questo perché nessuna forma d’espressione risulta estranea ad un artista del suo peso, distintosi presto dalla nicchia dei cantastorie glocal buoni a riempire la line up di un concertone e poco altro. La stessa provincia campana, quella che è in grado di raccogliere pubblico da ogni dove durante i concerti, si è elevata a terra dei padri per tutti, con i suoi fantasmi dagli “stortinomi”, la natura persistente, le sue passeggiate immutate e gli echi dei racconti dimenticati. In anteprima nel film cinque tracce dall’album in uscita, “Canzoni della cupa”.