Ad could not be loaded.

Sun 05.03 2017

The Black Heart Procession + Sam Coomes

Where

Spazio211
Via F. Cigna 211, 10155 Torino

When

Sunday 05 March 2017
H 22:00

How much

€ 15 + d.p.

Dopo il progetto in solitaria “The Yukon Dreams”, l’apertura da pelle d’oca al concerto milanese di Kurt Vile e le fugaci apparizioni negli ultimi due lavori di J Mascis, Pall Jenkins si rimette alla guida del viaggio al termine della notte iniziato quasi vent’anni fa con i Black Heart Procession. Non ci sono canzoni nuove all’orizzonte ma non sembra trattarsi di una reunion canonica o farlocca, quanto di un’atipica serata di gala, una festa intima per celebrare il ventennale di One, esordio cult della band statunitense frutto del sodalizio tra Jenkis e l’amico di sempre Tobias Nathaniel. È l’1 gennaio del 1998, quando due ragazzi di San Diego – in rotta di collisione con le derive radiofoniche del grunge e poco attratti dal pacchiano stile di vita californiano – decidono di tornare al cuore di tenebra del rock: partoriscono un disco scarno ed essenziale, insieme tragico e catartico, visionario ma come allergico alla luce del sole. La coppia di vampiri in fuga dalla spiaggia stratifica chitarre e pianoforte, per poi diventare una piccola e bizzarra orchestra funebre aggiungendo basso e organetto, ma anche strumenti più inusuali come xilofono e sega elettrificata. Un sound mesto ma quasi mai minaccioso, spettrale eppure dannatamente umano: è la loro particolare declinazione di “Americana”, fatta di murder ballad e liturgie folk (c’è chi azzarda parente lontana del post-rock più crepuscolare). Uno spettro solo apparentemente limitato: The Waiter è un carillon del dolore di rara bellezza, Release My Heart la marcetta macabra irresistibile, In a Tin Flask una filastrocca degna di Tom Waits, The Winter My Heart Froze una intro trascinante che ricorda la poetica del miglior Tim Burton. Suoneranno tutto il disco, dall’inizio alla fine, e pare ci sarà tempo anche per qualche extra nel bis: a quel punto saremo già in lacrime. Per la gioia.

Written by Lorenzo Giannetti