Hai mai sofferto d’insonnia? Sforzati per ricordare. Al contrario, c’erano notti in cui lottavi per startene sveglio a osservare le ombre scorrere sul tuo armadio. L’oscurità ha sempre avuto un’eleganza tutta sua, pensaci ancora. Prometto di non dirlo a nessuno, confidati: cosa senti a luci spente? Quindici anni fa, ti sembra lontanissimo ormai. Il fardello del multitasking non era ancora piombato come una spada di Damocle nel nostro tempo libero e così esule da grossi pensieri, spesso lasciavi scorrere nelle orecchie i dischi dei Walkmen, dei Calla e altra robaccia che trovavi nelle riviste di musica. Cose americane, insomma. A volerci pensare ti crogioli ancora nel ricordo dei primi ascolti di Turn on The Bright Lights, disco indie da un milione di copie. Nero come la pece dei Joy Division, tormentato e visionario come certi Bauhaus ma da subito oltre la siepe del revival di genere. La voce greve di Paul Banks, i colpi di frusta di Carlos Dengler e le mitragliate di Sam Fogarino hanno continuato a tenerti sveglio per anni. Confessalo. Che sia il momento di chiudere i conti con tutte queste ombre? Decidi tu, questa sera al Carroponte va in scena il gran galà della sofferenza emotiva dell’indimenticato esordio degli Interpol, sei ospite gradito. Non manchino kleneex, zampironi e birre tiepide.