Dopo tredici anni di incensata carriera nell’Olimpo dell’indie/major rock, approdano al quinto disco gli Arcade Fire di Régine Chassagne e Win Butler. Ricordo il “funerale” d’esordio come un evento musicale a dir poco folgorante. Il 24 maggio 2005, al Transilvania di Milano ci andai senza conoscere una sola canzone e tornai a casa senza il triviale ingombro della gravità. Un sound totalizzante, una testata sul naso. Seguirono molti avvenimenti da quel giorno qualunque: testi sacri al neon, captatio benevolentiae da Bowie e soci, paesaggi suburbani architettati da James Murphy, tonnellate di copertine, vestiti catarifrangenti e lunghe code per saltellare nella loro discoteca synth-wave dello scorso Reflektor. Feci strani sogni con quegli ascolti, una notte Ian Curtis sul cubo delle rotonde di Garlasco twerkava a ritmo degli Abba. Ci misi molto a rientrare in me. Riprendendo il filo, quest’estate uscirà Everything Now, il cui logo è una chiara citazione a Captain Planet, e la band lo presenterà in Italia con due concerti, tra cui quello di stasera all’Ippodromo del Visarno. Il primo singolo I Give You Power ha il groove assoluto e la voce magica di Mavis Staples, che sono certo porterà la redenzione nei cuori dei giovinastri intrappolati nei loro videofonini. L’amore tornerà a trionfare e non dovrai mai più schiacciare alcun tasto per farmi saper che ti piace. Lo sapevamo già.