Ad could not be loaded.

mer 29.03 2017 – dom 09.04 2017

I am tired of eating fish

Dove

Rinascente
Piazza del Duomo, Milano

Quando

mercoledì 29 marzo 2017 – domenica 09 aprile 2017

Quanto

free

Il mecenatismo in Italia esiste ancora e si dedica al contemporaneo. Lo vediamo quotidianamente nelle rassegne che vengono sviluppate nella nostra città, Milano, senza andare tanto lontani. Lo si nota da ciò che avviene in alcune istituzioni che invitano artisti a realizzare progetti importanti. Una di queste realtà è la Rinascente, che, sin dalla sua nascita nel 1865, ha sempre invitato architetti, designer e artisti contemporanei a realizzare progetti per lo spazio e anche diffusi in città. Basti pensare all’esordio quando, dopo la Grande Guerra, fu chiesta la consulenza per il nome di questo grande magazzino a Gabriele D’Annunzio, che propose quel titolo di rinascita che mantiene tutt’oggi. Dagli anni ’30 al 1955 i manifesti pubblicitari di Rinascente erano disegnati da Dudovich. Nel 1950 Max Huber crea il marchio e logotipo; 1954 il “magazzinone” chiede a Gio’ Ponti di ideare un premio per i designer e così nacque il Compasso d’Oro; e poi Bruno Munari, o Tomás Maldonado. Negli ultimi anni questo luogo che ha sempre simboleggiato una certa ricchezza del nord Italia, non ha smesso di coinvolgere artisti visivi per colpire i passanti, meravigliati davanti alle bellissime vetrine che si affacciano sul Duomo. Il progetto White Christimas del 2010, dove 8 artisti sono stati invitati a interpretare le 8 vetrine dello store (Kirsten Hassenfeld, Andrea Mastrovito, Margherita Marchioni, Gyöngy Laky, Richard Sweeney, Tjep, LAVA/Chris Bosse, Satsuki Oishi e, in concomitanza per la Rinascente di Palermo, Claudio Sinatti), ne è un esempio. Olafur Eliasson nel dicembre del 2012 ha creato Little Sun, un progetto sulla luce. Il designer Martino Gamper viene chiamato durante il Salone del Mobile nel 2014 e realizza In a state of repair, poi interviene Hella Jongerius e, l’anno successivo, come dimenticare le vetrine glitterate realizzate dallo svizzero John Armleder, progetto curato da Cloe Piccoli. È sempre la curatrice milanese ad aver chiamato una super artista che a Milano non interagiva da tempo, soprattutto per quanto riguarda l’arte pubblica: Paola Pivi, che già aveva creato la sofistica opera Nice Ball per la micro-vetrina del Museo del Novecento. Sarà proprio lei a inaugurare una fetta di contemporaneo dedicata al pubblico durante la settimana di miart e prima di quella del Salone del Mobile milanese. La Pivi, che da anni vive e lavora tra l’Alaska e il Tibet, ha deciso di intervenire con I am tired of eating fish, un progetto site specific.
Perché proprio lei – ho chiesto alla curatrice – a intervenire in questo progetto? “Perché le opere di Paola sono perfettamente aderenti a uno spazio grande e importante come quello delle vetrine di Rinascente, che sono, in fondo, delle vere e proprie stanze (6 x 4 x 2 mq), e perché i suoi lavori hanno un forte valore concettuale che, nello stesso tempo, restituiscono un senso di meraviglia”. Il forte impatto unito a un aspetto fortemente concettuale è il connubio che la curatrice sottolinea. E che, di fatto, sintetizza una gran parte di produzione di Paola Pivi. Basti pensare alle opere monumentali che già realizzava giovanissima, quando frequentava l’Accademia – il camion rovesciato in una piazza a Pescara -, e, successivamente l’aeroplano Piper che ruota sulle sue ali a Central Park di New York; gli animali bianchi, a coppie che vivevano nella stazione abbandonata in Porta Genova a Milano, o una gigantesca scala nel cortile della Strozzina a Firenze. E poi gli Orsi colorati da Perrotin, o alla Fondazione Sandretto…. Animali enormi, coloratissimi e simpatici, fatti di piume gialle, rosse, fucsia, blu e così via… Fino al 9 aprile dunque chiunque potrà passare e vedere questo nuovo “gioco” serio di un’artista speciale che ha deciso di raccontare anche la sua storia attraverso un documentario – visibile in 2 delle vetrine di Rinascente – dal titolo Portrait of Paola Pivi, realizzato da Hugo Glendinning.

Scritto da Rossella Farinotti