Sono passati quasi quattro anni dall’uscita di Drone Logic, l’esordio di Daniel Avery, eppure dal primo ascolto di quel disco – per ora l’unico nella discografia del producer britannico – non mi sono ancora riacchiappato. Pochi artisti hanno saputo guardare al futuro e al passato contemporaneamente, con nonchalance e stile. Il rispetto per e l’influenza dei mostri sacri – Chemical Brothers, Kraftwerk, Orbital, Underworld – non sono stati un fardello ingombrante, ma la base per spingere oltre l’elettronica contemporanea. I complimenti di gente come Erol Alkan o Andrew Weatherall non hanno tardato ad arrivare. In questi anni, però, Avery non è rimasto con le mani in mano: i suoi dj set in giro per il mondo ne hanno mostrato vitalità e classe e la sua recente uscita per la serie DJ-Kicks ne testimonia il buon gusto e il talento. Se ne volete un’ulteriore prova, alla Ex Dogana sarà una preziosa occasione per riceverla.

LIVIO GHILARDI

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