Giochi di memoria. Con Laurence Wasser la memoria è quella di un tempo, uno spazio e un suono preciso divenuti idea di un’attitudine, paradigma musicale più che “soltanto” scena (gli anni tra ’70 e ’80, New York, la no wave). Clangori, esotismi, sferragliamenti dadaisti e melodie bislacche, incursioni aliene alla Chrome che prendono forma sull’asse Lione/Los Angeles. Con Duchamp la memoria è quella personale, del “famoso” suono del phon sentito da bambina che si fa drone e ritorna nella musica di questa scienziata/musicista/cervello in fuga con base a Berlino. Una memoria che poi intercetta i suoni ambientali del presente diventando rituale cosmico nel suo ultimo A Blazing World.
Scritto da Garbatella No Wave