Torna a Milano “The Chief”, al terzo lavoro da solista dopo 20 anni di Oasis, in bilico precario tra scazzi con il fratello e sparate da eterno adolescente sulle riviste musicali inglesi, ormai quasi tutte defunte. Stasera l’occasione è ghiotta e Noel Gallagher salirà sul palco del Fabrique per presentare il recente Who Built The Moon?. Allacciate le cinture per un viaggione glam-psych suonato con i crismi ad altissimo voltaggio – non a caso prodotto da sua maestà David Holmes, e si sente. Un rito liberatorio in cui i cattivi pensieri di un rocker cinquantenne si infrangono in riff maniacali (Fort Knox, Keep on Reaching), un mantra in cui il subconscio lavico si secca in un alba pallida che puzza di Chemical Brothers e Benson fumate fino al filtro (It’s a Beautiful World). E poi occhiali scuri sempre incollati alla faccia e vaffanculo a tutto. Alla fine fa pure capolino quell’istinto assassino di raccontarsi a ogni costo che ha dato l’immortalità ai quattro accordi di Talk Tonight (Dead in the Water). Aspettative altissime, dunque, per un disco che si presenta come il più interessante della sua nuova vita musicale.
Scritto da Tum Vecchio