A 30 anni dalla sua uscita nelle sale giapponesi, torna anche in quelle italiane l’anime cult Akira, rimasterizzato e addirittura ridoppiato. Dopo la terza guerra mondiale Neo Tokyo è nel caos: bande di giovani motociclisti si affrontano in stile Mad Max, ribelli agiscono contro la repressione governativa, forze militari cercano di mantenere l’ordine mentre conducono in segreto esperimenti sulla forza psichica. Intanto si spargono voci apocalittiche sull’avvento di un salvatore di nome Akira che ripulirà l’umanità. Nato nell’82 come fumetto, l’opera di Katsuhiro Otomo ha contribuito a formare temi ed estetica del cyberpunk tanto quando Blade Runner. E ancora più del manga, è stato proprio il lungometraggio d’animazione – firmato da Otomo stesso – ad aver conquistato l’immaginario pop, grazie anche a uno sforzo produttivo senza precedenti, messo a servizio di una visionarietà unica. Se negli anni 90 Akira fu per tutti noi l’avanguardia dell’animazione – almeno fino all’uscita di Ghost in The Shell – oggi è un classico che viene citato inconsapevolmente da milioni di ragazzini in fissa con vapor, neon-wave e skyline urbane distopiche. Ma Akira è un’opera visiva talmente forte da stare anche nell’olimpo dei classici della fantascienza oltre che dell’animazione, uno di quei
film che, appunto, meritano la magia e la potenza della visione in sala: un’occasione rara e necessaria per rifarsi gli occhi, specie ora che lo sci-fi è tornato di moda.