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gio 07.06 2018 – ven 20.07 2018

Alessandro Carano - "Poltrone d'Europa"

Dove

Castiglioni
Via Giuseppe Luosi 30, 20131 Milano

Quando

giovedì 07 giugno 2018 – venerdì 20 luglio 2018

Quanto

free

Chi è il poltrone d’Europa? Di certo non l’artista che, pensatore e ricercatore ossessivo, trova aspetti funzionali e poetici diversi all’interno di qualunque oggetto, passaggio, o anfratto del quotidiano. Per la sua mostra personale, Alessandro Carano (Gallarate, 1984) prende spunto da una citazione di Tano Festa in cui questo termine, che solitamente allude alla stasi e alla pigrizia dell’artista, indica altre funzioni di ricerca. Le opere realizzate per il nuovo spazio milanese della galleria Castiglioni – un piccolo ex garage inserito in un cortile d’epoca milanese – indicano un meticoloso e raffinato lavorìo: 5 scatole di cartone (quello utilizzato per le tagliatelle) minuziosamente elaborate con intagli, piccoli fori e disegni boettiani realizzati con la penna a sfera a ricreare mappe geografiche, sequenze precise e ripetitive di segni che Carano utilizza per mostrare una quotidianità precisa, intima e che dialoga con lo spazio della galleria come in quello di casa. Le scatole sono tracce puramente create dall’artista, mentre le persiane – una coppia esposta sul muro d’entrata, in fronte al fruitore – indicano l’elemento domestico estrapolato dal contesto quotidiano, come da qualunque casa. Carano le ha realizzate utilizzando il nastro adesivo con cui già aveva realizzato Lovecraft a San Paolo, in Brasile. Anche questi sono elementi di citazione dal pittore romano: per Tano Festa le sue persiane, le porte e altri oggetti erano “completamente inutili, perché costruiti in un modo che non potranno mai funzionare (…) tutti gli oggetti della stanza assumevano un valore insolito a quello normale e quotidiano. Pensai di ricostruire gli oggetti che fossero mutilati delle loro funzioni, oggetti che nella loro fisicità esprimessero una sottile inquietudine di fronte allo loro troppo facile presenza ….”, lettera di Festa ad Artura Schwarz, 1962/63. La mostra è visitabile fino al 20 luglio, ed è un’occasione per assorbire il lavoro dell’artista che espone a Milano dopo apparizioni interessanti come quella nel 2014 in A Two Dimensional Surface Without Any Articulation is a Dead Experience, nella ex galleria BeatTricks, dove già la riconoscibilità dell’elaborazione attraverso segni, materiali e intagli, aveva preso forma.

Scritto da Rossella Farinotti