Il fatto che abbia vinto il Turner Prize, premio destinato ai migliori artisti britannici under 50, dovrebbe già mettervi sull’avviso: quello di cui si parla qui è un pezzo da novanta dell’art system mondiale, uno che con la sua presenza cambia i destini di una mostra e di un museo. Ma se per natura siete scettici, come chi scrive, date un’occhiata: un pezzo, basta solo un pezzo, per innamorarsi di Wright. Per esempio No Title 2024 (installazione presentata al The Modern Institute di Glasgow): l’opera d’arte scompare ed è la luce a parlare, la parete bianca che si esprime, un’intera e insignificante architettura a ballare. Mi interrogo sovente su quale sia lo scopo dell’arte. E molto spesso mi rispondo che probabilmente è aiutare chi guarda a vedere le cose con altri occhi. Richard Wright centra in pieno l’obiettivo.
Scritto da Enrica Murru