Il 26 aprile del 1986 avevo otto anni, la nazionale italiana doveva ancora uscire dagli ottavi di finale dei Mondiali in Messico, e l’unico vero dolore della mia vita era che non potevo permettermi più di un pupazzo dei Masters. Quello stesso giorno in Ucraina si cominciava a scrivere la fine dell’Unione Sovietica, con il disastro della centrale nucleare di Chernobyl e i fallimentari tentativi del governo di occultare al Mondo la cosa. In una delle tre serie della personale della fotografa Rena Effendi, Waiting for Winter, protagonista è proprio la città ucraina e soprattutto la natura che si vendica della violenza dell’uomo regalandogli frutti avvelenati. E ancora, due comunità rurali di Romania e Azerbaijan, rappresentate nel loro silente e continuo conflitto tra modernità e tradizione.