Post rock è una di quelle definizioni che senti da sempre e non hai ancora capito cosa voglia dire, non fosse altro per la sua ottusità e per il fatto che semplicemente non può “voler dire” molto, di per sé. Una delle cose più belle dei Vessels, dopo due dischi di interessante dream rock in saliscendi emotivi a cui era stata prontamente affibbiata l’agognata etichetta, è come quest’anno abbiano deciso di mandare a quel paese tutto e tutti, fans in primis. Al Magnolia si presentano con il set di Dilate il disco della rivoluzione: chitarre, basso e batteria a casa e sul palco solo synth e laptop per andare a infilarsi lì dove gli Air e James Holden avrebbero forse potuto incontrarsi. Giocano con l’elettronica, si divertono con il pop, se ne fregano di post e pre, e di chi li voleva (ancora!) sulla scia dei soliti Mogwai. Coraggio tanto, furbizia non poca, estro da vendere ma soprattutto tanta genuina voglia di giocare: poco ma sicuro, ci sarà da divertirsi.
Scritto da Matteo Meda