Per Rimbaud la I era rossa: “I, porpora, sangue sputato, risata di belle labbra nella collera o nelle ubriachezze penitenti”. Rosso del sangue, rosso della carne, carne e sangue in viaggio. Edizione I di Poesia Carnosa. I come immigrato, figura (e condizione) alla quale è dedicato l’atto numero nove di questo festival di poesia contaminata.
“Immigra chi sotto i piedi non ha suolo, chi non è a conoscenza dell’approdo, chi le unghie le usa come arma di difesa quando il corpo implora d’immigrare altrove. Il ritornello “torna a casa tua” deve contorcersi nelle lingue degli Incoscienti, come una maledizione notturna, tramite il verso in reverse, tutte/i a squarciagola: aut asac a anro!“.
Parole, suoni, alfabeti performativi, oltre dieci ospiti provenienti da Roma come da Torino, Berlino, Porto o dalla Russia, con la cura della rassegna salda nelle mani dei padroni di casa Acchiappashpirt (Jonida Prifti e Stefano Di Trapani). Incendi, Inferni, In rotta, Invisibili, Il 16 dicembre.
Scritto da Nicola Gerundino