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mer 16.09 2015

Parquet Courts

Dove

Bronson
Via Cella 50, 48124 Madonna Dell'albero

Quando

mercoledì 16 settembre 2015
H 22:00

Quanto

€ 15

Anni fa, con un manipolo di amici nerd, ci trovammo a fare un gioco scemo che chiamavamo, più o meno, “inventa la band perfetta”. Si trattava di mettere insieme caratteristiche di gruppi noti e stimati e immaginare cosa ne potesse venire fuori. In piena sbornia da indie americano, non ci misi molto a fantasticare sulla mia. L’attitudine, che domande? Non poteva che essere quella del giro SST, di quelli che “si facevano tutto da soli”, di Hüsker Dü e Black Flag, delle copertine disegnate a mano e dei tour semi disastrosi organizzati a-cazzo-di-cane. Ci voleva però pure una componente più scanzonata, ci voleva la California dei Pavement e l’indie slacker che bilanciasse il do it yourself con la melodia. Come cantante e inarrestabile autore di testi non avevo dubbi: il modello indiscusso era Mark E. Smith dei Fall (e, a suo tempo, deve aver pensato lo stesso pure Stephen Malkmus). Il suono poteva essere un miscuglio di tutte queste formazioni, ma dovendo scegliere quella più indefessamente idealizzata – soprattutto per come l’avevo vista stare sul palco – la scelta ricadeva senza troppe esitazioni sui Sonic Youth. Non lo sapevo, ma avevo immaginato i Parquet Courts. I quattro americani sono diventati un piccolo culto perché hanno dovuto ristampare un secondo album – Light Up Gold, pubblicato nel 2012 sulla piccola etichetta del cantante Andrew Savage – poi divenuto tra i più apprezzati del 2013. E perché, nonostante tutti questi riferimenti celebri – a cui potremmo aggiungere anche qualche nome che fa ancora più simpatia, tipo i Beat Happening – sono uno di quei gruppi che si fa i cazzi propri, che non cede alle lusinghe dell’indiesfera e mantiene un evidente distacco dal mondo dei social network e delle etichette blasonate. Per la prima volta a Roma, stasera me li godrò come se avessi (ancora) venti anni.

Scritto da Chiara Colli