A parte i concerti e gli spettacoli in piazza Castello, a parte la gita fuori porta – che è sempre un’ottima occasione per unire l’utile al dilettevole – e a parte la gratuità assoluta di tutti gli eventi, ciò che porta migliaia di persone al festival di Internazionale sono gli incontri. Ed è stupefacente trovarsi in file lunghissime per discussioni che riguardano, per esempio, la scarsità di risorse idriche in Africa centrale o le sorti del giornalismo cartaceo. Argomenti che acquistano fascino perché trattati con estrema chiarezza e semplicità, come nello stile del settimanale. Nell’attesa, tra una mela biologica e una ripassata al programma, si fa anche amicizia, chiacchierando col terzomondista e col patito di fumetti, con la studentessa di filosofia e l’impiegato della posta, tutti insieme e col giornale sottobraccio. È una cosa che accade una sola volta all’anno e totalizza Ferrara, che in quei giorni sembra incarnare l’idea di un mondo perfetto: giovani sensibili a presente e futuro, atmosfera rilassata e ordinata, una rivista che racconta la verità e una città che più a misura d’uomo non si può.
Scritto da LEONA
