Ha il talento dei grandi quando parla di sentimenti sopiti come il trauma da volgarità impunita, come il dolore puro di una gioia castrata dall’altrui paura, come la solitudine nera dell’assurdità mascherata da normalità. Un’ironia che danza sul filo del vaffa all’ipocrisia dell’età matura o presunta tale. “Mommy”, la prova più recente di Xavier Dolan, ha un potere soffocante, un calore intenso e paradossale, che ricorda “Viale del tramonto” o “Mammina cara”.
Scritto da Arrigo Razzini