Esistono le nuove le leve, la vecchia guardia e chi viene prima di entrambe. Nella scena di Detroit, in quest’ultima categoria troviamo Delano Smith. Tanto per dirne una, in un intervista per il Fabric di Londra, Delano ricorda che nei primi 80 metteva dischi in un posto dal nome assurdo – L’uomo Detroit si chiamava – e che dalla consolle vedeva ballare gente come Derrick May e Jeff Mills, ossia coloro che avrebbero fatto conoscere il suono della Motor City in tutto il mondo. House, deep e interventi disco per Delano che, da poco passati i 50, non arretra di un passo e si prepara a far uscire un nuovo album per Sushitech. Se non è classe questa.
Scritto da Hattori Hanzo