Realizzo solo ora che l’australiano Lawrence English ha già un decennio di attività ufficiale alle spalle, come vola il tempo santo cielo. Mi pare ieri che grazie a edizioni quasi carbonare della Baskaru (prima) e della Presto!? di Lorenzo Senni (dopo), il lavoro di questo musicista/compositore mi è passato tra le mani. Tra le cose che preferisco di lui c’è la capacità di creare strati di suono letteralmente atmosferici, che danno un’esatta dimensione di uno scenario meteorologico proprio. A tratti densi come cumulonembi, a tratti luminosi come la luce che filtra attraverso le tapparelle. Gli amici di LSWHR portano a Roma questo pilastro della scena artistica contemporanea in occasione del tour di Wilderness Of Mirrors, album il cui titolo prende spunto dai versi di “Gerontion” di T.S. Eliot, la cui grana sonora è stata influenzata dalla visione live di gruppi come Swans e My Bloody Valentine e il cui contenuto è ispirato dalla frustrazione verso l’attuale situazione politico-sociale australiana. Parole chiave: rifrazione, riverbero, feedback.
Scritto da Onga Boring Machines