Dopo la monumentale mostra in Triennale su Ugo La Pietra, la ricerca come design editor su Abitare e i primi numeri del nuovo Icon freschi di stampa, Angela Rui, la curatrice di Operae, ha ormai sbaragliato la concorrenza. Giovani sgomitanti e meno giovani superciliosi curatori sono costretti ad arretrare di fronte all’esuberanza intellettuale della persona e del suo lavoro. Per cui la curiosità suscitata da questo evento torinese che accompagna Artissima è veramente intensa.
Organizzato da Bold srl nell’imponente sede di Palazzo Cavour – quella di Cattelan, per intenderci – il festival, che come sempre promuove il design indipendente e l’incontro con le aziende, gli artigiani e la cultura di progetto, è strutturato in due sezioni: QUI/ORA. Sotto effetto presente e QUI/ORA – IO/NOI. Piemonte Handmade.
La prima è largamente internazionale, zeppa di nordici ma compaiono anche Gumdesign, Federico Peri, o le nuovissime gallerie milanesi Camp design Gallery di Beatrice Bianco e Valentina Lucio e Plusdesign nella nuova gestione di Andrea Caputo e Luca Martinazzoli – che pure lavora moltissimo con il nordeuropa.
La seconda invece coinvolge 12 designer rigorosamente italiani e 12 artigiani piemontesi, secondo una formula di lunga tradizione a Torino. Ci sono quelli come Giulio Iacchetti che riescono a lavorare con qualsiasi tipo di industria di design, dalle lampade ai bagni a un brand come Moleskine, e però mostra una familiarità anche più impressionante con autoproduzione e artigianato (il grande progetto Interno Italiano ne è testimone). E c’è chi come Federico Florian o Sebastiano Tonelli pende più decisamente verso il fare artigiano.
L’incontro di apertura sarà battezzato dai Formafantasma.
Scritto da Lucia Tozzi