4 ore e mezza, 36 cambi di scena, più di 40 tra attori e tecnici, per un spettacolo kolossal in scena per la prima volta a Milano. Questo è Der Park di Peter Stein, scritto da Boto Strauss nel 1983, quando entrambi erano l’anima della Schaubühne, la compagnia di Berlino famosa per le rivisitazioni dei classici in chiave politica o sociale.
Tratto dal Sogno di Shakespeare, Oberon e Titania tornano tra gli uomini per tentare di risvegliare in loro la sensualità e la purezza dell’amore, persi a causa del progredire (o forse del regredire) della società. I due dei incontrano così in un parco metropolitano un moderno Puck e infelici coppie di innamorati ma falliscono il loro obiettivo perdendosi essi stessi nel caos delle miserie umane.
Dopo oltre 30 anni Stein torna con una compagnia tutta italiana a quel testo di cui ammira ancora l’attualità: «Molte cose che Strauss aveva intuito sono ora davanti agli occhi di tutti: la mercificazione del sesso, il razzismo, l’utilizzo della religione come arma politica, il disorientamento delle nuove generazioni sono esattamente il mondo di oggi».