Come ogni anno parte il countdown verso lo tsunami emozionale per eccellenza del tifoso romano. L’inferno ha un solo nome, sia che tu legga Cioran o Moccia, che ti piaccia Antonioni o Neri Parenti e si chiama derby. Per esorcizzare l’ansia da prestazione c’è chi riscopre una religiosità nascosta, chi si produce in riti pagani vietati nell’87% del mondo civilizzato, chi preferisce un massiccio uso a scopo terapeutico di psicotropia illegale e chi arriva ad affinare l’arte della psicologia della negazione – «Derby? no ma ti pare, con questa bella giornata vuoi che mi perda il Mercatino Medievale di Ceprano?». Amico, che tu sia Roma o della non-Roma sai benissimo che puoi fingere quanto vuoi con amici e conoscenti, ma non potrai mai prendere in giro la tua coscienza. Perchè no, noi non supereremo mai questa fase.