Una suggestiva narrazione dell’Italia attraverso lo sguardo di 36 grandi maestri della fotografia che in Italia però non ci sono nati. È questa la promessa dell’imponente esposizione allestita nel Palazzo della Ragione di Milano: 200 immagini, divise in 7 aree tematiche, che abbracciano 80 anni di storia italiana e di evoluzione delle tecniche fotografiche.

Si tratta, in realtà, di una promessa davvero difficile da mantenere. Come presentare visioni così autorevoli ed eterogenee creando un racconto armonioso, senza indugiare nell’iconicità e rischiare di essere troppo enciclopedici o troppo curatoriali?
Le coraggiose scelte della curatrice G. Calvenzi creano un caleidoscopio di immagini e parole che prediligono il racconto delle città e delle loro strade (Roma, Milano e Venezia le più rappresentate) ed esaltano l’elemento umano, il contatto con i corpi, il loro scorrere nella quotidianità.
Questi scatti stranieri, da Cartier-Bresson e Capa fino a Salgado, McCurry e Parr, per citarne alcuni, esprimono il legame personale con la nostra penisola: affetti, amicizie, suggestioni ed inquietudini che investono il visitatore.

“Il disordine, le infinite sorprese, gli strati di storia”, non poteva essere altrimenti.