Abbiamo tutti un amore esagerato per gli oggetti: di qualunque forma e fattura sono piccole ancore che fissano l’intangibile scorrere del tempo in dettagli concreti.

In tutta la sua carriera artista, Enrico Baj (1924-2003) ha inondato le sue opere con un fiume di oggetti, incollati insieme con acuta ironia e spirito dissacrante. Prima ancora dei lavori finali, Baj portava avanti un’attenta pratica di collezionismo, permettendo agli oggetti di oltre mezzo secolo di passare tra le sue mani per essere ordinati, archiviati e infine messi a nuova vita sotto il vincolo dell’arte. Con la sua pratica ha dato forma ad un’estetica riconoscibile, tra corpi goffi e faccioni espressivi, che richiama il tratto sicuro e scanzonato tipico dei bambini che si lanciano a raffigurare il mondo, senza il timore di risultare incompresi ma con il semplice piacere di esprimersi.

Il lavoro di Enrico Baj evolve in mosaici contemporanei impregnati di storia e attualità, anche grazie all’uso di questi oggetti che ha cercato, trovato o comprato. L’abbondanza di materiali trasuda umanità e incontrandosi creano una superficie festosa tutta da esplorare.

Milano continua a rendere omaggio a questo grande artista che ha visto le sue opere girare nei musei e le gallerie di tutto il mondo.