Sembra passata una vita (e forse in un certo senso è passata davvero) da quando nel 2006 le canzoni di Scott Matthew si sono affacciate al mondo grazie a Shortbus, film che racconta le peripezie sessuali e sentimentali di sette persone sullo sfondo della New York post 11 settembre. È bastato praticamente questo a rendere il barbuto songwriter una delle icone queer (ma non solo) della musica indipendente contemporanea. Una carriera ondivaga, puntellata di discese e risalite e di successo e di ispirazione, ma sempre caratterizzata dal suo magnetico magma emotivo da cui non è affatto facile sottrarsi. Su tutto basti l’esempio di Unlearned, l’album di cover in cui reinterpreta con il suo inconfondibile stile brani dei Bee Gees come dei Jesus And Mary Chain, riuscendo nel difficile compito di impreziosirli ulteriormente. Imperdibile.