Elencare le opere, le produzioni e i premi vinti da Stefano Massini è impresa titanica, ma basti sapere che è lui l’autore di Donna non rieducabile (sulla vita e la morte di Anna Politkovskaja) e di Lehman Trilogy, portato in scena lo scorso anno da Luca Ronconi, regista di cui Massini è stato assistente e in qualche modo ultimo pupillo. A 40 anni questo drammaturgo e regista fiorentino sta spopolando in Italia e all’estero grazie al proprio talento, tanto da essere stato chiamato dal Piccolo Teatro come consulente artistico dopo la morte del maestro Ronconi.

In prima assoluta debutta ora questo suo testo, diretto e interpretato da tre donne che portano sul palcoscenico altrettante figure molto diverse fra loro: una docente di storia ebraica, una studentessa palestinese e una soldatessa straniera. Ambientata in quella Terra Santa che oggi come ieri è infiammata da scontri e violenze, la storia si muove per improvvisi cambi di prospettiva che spingono gli spettatori a farsi una proprio idea sulle motivazioni e sugli ideali delle tre protagoniste.
Un testo ambiguo fin dal titolo, che si può leggere come CredoinunsoloDio ma anche CredoinunsolOdio, come di difficile interpretazione appare ai più tutta la recente storia arabo-israeliana.