Per un essere un dj/produttore burbero e lontano dal mainstream, di aneddoti su Omar S se ne conoscono, sorprendentemente, un buon numero. Si dice dello scantinato della sua casa a Detroit, dove, tra nuvole di fumo, strida dei suoi due pargoli (in “Just ask the lonely” ci ha messo le foto) e videogiochi arcade, e’ nata un’etichetta, FXHE, che ha ormai raggiunto i undici anni di attività. Si dice che come impiegato nella catena di montaggio alla Ford non fosse un operaio proprio svelto, tranne che quando schiacciava sull’acceleratore della sua auto all’uscita della fabbrica. Nel 2009, quando gli fecero notare che, per il Fabric mix 45, aveva utilizzato solo tracce proprie, come in precedenza aveva fatto Villalobos, Omar S rispose: “Willalobo? Who the fuck is that?”. Insomma il personaggio, e la sua musica, meritano. Per la dedizione alla causa house (se vai da Hardwax a Berlino le uscite FHXE sono spesso etichettate solo: house), per lo stile senza fronzoli, per lo scouting di Luke Hess e Kyle Hall, per le collaborazioni con Jus-Ed e Seth Troxler, Omar ha revitalizzato una scena un po’ stantia con il suo stile abrasivo. Se il 2015 lo ha visto ritornare a sonorità 90s e più impegnato in dj set che in studio, l’attesa per il prossimo, annunciato, lp è comunque tanta. Stasera, non resta che tastare il polso della sua vena creativa e sperare in qualche nuovo, ficcante aneddoto.