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ven 27.11 2015 – dom 28.02 2016

Il mercante di nuvole. Studio65: 50 anni di futuro

Quando

venerdì 27 novembre 2015 – domenica 28 febbraio 2016

Quanto

n.p.

Circolano voci, tra chi è tornato, che all’entrata della GAM sia meglio andarci leggeri. Niente cappotto o sciarpa, borsetta o cagnolino, l’armadietto fa in fretta a riempirsi quando sono infiniti strati di abitudini, stereotipi e cliché a dover essere piegati e messi via. Portati giù nella tana del bianconiglio è poi facile rivestirsi gli occhi attraverso i mille colori, spazi e mondi ricreati su misura dallo Studio65, esponente sovversivo del Pop Design Italiano. Nato nella Torino operaia del 1965, il rivoluzionario e creativo gruppo di architetti guidato dall’allora studente e pittore Franco Audrito insieme a Morello, Bertone, Garosci e Rondelli festeggia quest’anno le sue nozze d’oro, riunendo i progetti di cinquant’anni di attività nella mostra “Il mercante di nuvole” e invitandoci, nel silenzio delle immagini e della fantasia, a riascoltare il campanello del fanciullino che è in noi, unico vero lettore di un’architettura narratrice, critica nei confronti di una società atemporale e, per questo, instancabilmente loquace; un’architettura che dice quello che pensa, che trova vita nel gioco ma lo spoglia del suo carattere infantile, abbinando spontaneità – o umanità? – a cultura; un’architettura che, libera di distruggere, preferisce deridere con gusto. E mentre i grandi costruiscono realtà su eterne finzioni, mentre gli ordini architettonici diventano strumenti politici e le colonne sonore si riempiono di false felicità, si può sempre bere un sorso di pozione magica e lanciarsi sulla grande poltrona Mickey, infiocchettati e pronti per entrare nella prossima favola, purtroppo vera soltanto a metà: carichi d’innocenza i fanciullini si scontreranno poi con la guerra e i suoi orrori, con falsità, maschere e pretese, con un mondo di carta senza lettere d’amore.
Messi infine a nudo e ancora indecisi tra il C’era una volta e un Signore e Signori, tra il riso sospettoso e il pianto consapevole, sarà già tempo di decidere se tornare a casa o restare, se riprendere gli abiti lasciati in custodia alla realtà (o “eterna finzione”?) oppure attendere che le luci si spengano e, discretamente, osservare le seggiole Mirò chiacchierare dopo una lunga giornata di silenzio, la Bocca rossa fare il suo strip-tease, i libri in biblioteca discutere animatamente, raccontandosi fumetti e romanzi. Ancora incantati da tutto questo magico animarsi notturno, un po’ più in là, in quella sala in fondo a sinistra, si potrà forse ancora scorgere l’architetto, l’Herman Hesse o il narratore, rotolare tra le sue amate nuvole.
Circolano voci, tra chi è tornato.

Scritto da Anna Pagani