Un disegno, un lavoro su carta hanno la grande potenza di far sentire l’opera come un prodotto veramente umano. È come se la tela montata e incorniciata, o la grande dimensione, o il peso di una pennellata dessero un’aura di austera superiorità. Il disegno no, nel disegno “vedi” la mano, è come se vedessi il gesto dell’artista che concretizza la sua idea. Nei 55 disegni di Giorgio Griffa, protagonista della pittura torinese del XX secolo ora in mostra alla Fondazione Giuliani, si può vedere chiaramente il rapporto dell’artista con il mezzo e con il soggetto. Ogni foglio è una composizione in cui Griffa insegue e ferma una sequenza di segni, individua nella materia pittorica un ritmo che fluisce dalla mente, alla mano, al colore sulla carta, fino a creare un percorso analitico astratto e minimale.